SCHEDA DATI
Proprietario : Google Inc. / fabbricante : Foxconn / famiglie tecnologiche : realtà aumentata, display ottico da testa, dispositivi e computer indossabili.
Disponibile da febbraio 2013 in Usa solo per sviluppatori e sperimentatori
Disponibile sul mercato Consumatori: dal 2014
Prezzo di lancio : versione Explorer $ 1500 – versione per consumatori $ 300-500
Sistema operativo : Android ( 4.0.4 )
Capacità di stoccaggio : 16 GB di flash totale ( 12 GB di memoria utilizzabile )
Memoria : 1 GB di RAM
Schermo: 640×360 pixel (equivale a 25 pollici visti da 2,5m.)
Suono: a conduzione ossea ma si parla anche di un auricolare mono
Comandi : vocali attraverso il microfono, accelerometro, giroscopio, magnetometro
Controllo : Touchpad (lungo la barretta laterale degli occhiali), app. MyGlass da telefono
Fotocamera : 5 MP (foto), 720p (video)
Connettività a Rete Web : Wi-Fi 802.11b/g, Bluetooth, micro USB
Peso : 50 grammi
Temo il giorno in cui la tecnologia supererà la nostra interazione umana. Il mondo vedrà allora una generazione di idioti. (Albert Einstein)
Basta guardare attentamente la scheda dati per capire, anche se non siete grandi esperti, che non si tratta solo del nuovo gadget tecnologico di inizio secolo, ma di un potente strumento digitale miniaturizzato. Da guerra metropolitana? Protagonista di future rivolte e controrivolte di piazza ? Forse no, anche se la tecnologia è di ispirazione militare. Comunque da aspiranti 007 certamente sì. Si dice : e’ un PC + smart phone da indossare. Ma non è solo così, perchè le sue eccezionali facoltà lo rendono anche pericolosamente ambiguo. Grazie alla tecnologia del riconoscimento facciale Google Glass è infatti in grado di violare segretamente la privacy di quanti appaiono nel suo campo visivo. ”Abbiamo ripetutamente dichiarato che non introdurremo il riconoscimento facciale nei nostri servizi” – diceva il portavoce del progetto Steve Lee a metà maggio, in risposta ai dubbi espressi dal Congresso Usa . Però aggiungeva “a meno che non ci sia una valida soluzione per la tutela della privacy”. Da quel momento le sperimentazioni sono continuate a spron battuto e non sappiamo se si siano individuate forme di tutela diverse da una luce che blinka quando i Glass sono in funzione e/o dal fatto che, come in seguito sostenuto, “se qualcuno ti sta filmando non puoi non accorgertene” .
Oltre a ciò, secondo analisti che si preoccupano anche dell’aspetto pedagogico e neurologico, l’uso dei Glass sin dalla prima adolescenza può esser tale da far tendere a zero il bisogno della propria memoria biologica. Immaginate che un bambino di 10-12 anni cominci ad usarli costantemente. Per lui l’apprendimento dell’aritmetica, della storia , della geografia e altro si ridurrà ad una costante consultazione di una sorta di protesi che gli fornisce informazioni e soluzioni ad ogni domanda. La sua memoria non sarà sollecitata più di tanto. Il suo senso dell’orientamento e la ricerca dei percorsi, per allontanarsi o per rientrare a casa, dipenderanno più da Google Maps che non dalla sua reale esperienza. Non parliamo poi dell’educazione e delle esperienze sessuali: un tema questo che ha già sollecitato enormi pruderie in alcuni ambienti in cui si produce pornografia.
Come sempre pertanto, ciò che definiamo innovazione tecnologica, assume un ruolo bivalente nelle nostre vite : da una parte accresce le nostre capacità e fornisce soluzioni, dall’altra ci inibisce ed evoca problemi sconosciuti.
Comunque chi pensava di regalarlo a Natale al figlio o alla fidanzata non avrà questa gioia. I Boss di Mountain View, padroni di Google Inc., stanno esasperando la fase di sperimentazione e spostando progressivamente la data di comparsa sul mercato dei consumatori. L’unica attuale certezza è un generico: “lo avrete nel 2014”. In Usa forse saranno in vendita a primavera.
Google Glass, al dunque, è un computer portatile con un minischermo (equivalente a 25 pollici visti da 2 metri di distanza) sovrapponibile a un paio di occhiali comuni e visibile nell’angolo superiore della lente di destra. E’ stato sviluppato nell’ambito del progetto di ricerca detto “Project Glass”. La sua missione commerciale è immettere nel mercato di massa un minicomputer da 12-16 Gbyte assolutamente diverso dai precedenti. La sua missione strategica è consentire a Google Inc. di assumere una leadership incontrastata nell’ Era Digitale.
Quest’ultimo aspetto dovrebbe sollecitare ampie riflessioni: nelle Istituzioni Governative preposte al controllo, nelle Associazioni di Consumatori e negli individui maggiormente consapevoli, se si considera che l’impero digitale di Mountain View ha, negli ultimi anni, assunto dimensioni e comportamenti invasivi e aggressivi, grazie al vasto arcipelago delle sue competenze e servizi che spaziano dal motore di ricerca più consultato in assoluto a Youtube e su pe’ li rami fino a Google +, a Google Maps, a Google Earth. Una Entità che si comporta sempre più in modo sovrannazionale e che è percepita dai suoi utenti come un Grande Fratello, autorizzato da noi a indirizzare le nostre scelte e i nostri gusti e contemporaneamente sollecitato a spiarci dal Patriot Act. Però inspiegabilmente benevolo. Per contro il legame che Google stabilisce con i suoi utenti, di volta in volta regolato dall’adesione ai Termini e Condizioni d’Uso, appare come un reticolo di Norme rigide che consentono di sanzionare e allontanare e/o interdire dall’utilizzazione chiunque non risulti – a supremo inappellabile parer di Google – gradito.
Google Glass visualizza le informazioni come uno smartphone ma, ecco la vera differenza : lascia le mani libere e può comunicare con Internet tramite comandi vocali. Google sta pensando a partnership con alcuni grandi produttori di occhiali da sole, fra cui Ray- Ban ma vuole anche aprire negozi al dettaglio per consentire ai clienti di provare il dispositivo. Da qualche giorno circola la notizia per la quale Google sarebbe il proprietario di due enormi piattaforme galleggianti poste nella baia di San Francisco e al largo di Portland , le quali sarebbero, secondo alcune fonti: server extraterritoriali, secondo altre invece : giganteschi punti di esposizione e vendita da ancorare di volta in volta, per ora, nei grandi porti delle coste nordamericane. In futuro non si esclude la comparsa di altre piattaforme in Asia, Europa e Sud America.
Attualmente in USA è in circolazione l’ Explorer Edition (versione per la sperimentazione). Questa non può essere utilizzata da persone che portano gli occhiali da vista, ma i produttori hanno recentemente confermato che stanno per fornire una nuova versione : “ sarà un modello anche per miopi e presbiti. E andrà bene anche per gli occhiali da sole”.
Glass nasce all’interno di “Google X”, un laboratorio top secret californiano che funziona alle dirette dipendenze di Larry Page, uno dei padri fondatori di Google. Il progetto è stato annunciato ed è curato da tre scienziati : Mr. Babak Parviz, un ingegnere elettronico che si diletta anche a inserire schermi nelle lenti a contatto ; Mr. Steve Lee, specialista di geolocalizzazione e Mr. Sebastian Thrun, che lavora anche per realizzare l’automobile senza autista. Mr. Thad Starner, esperto di realtà aumentata , è il direttore del progetto.
Sebbene gli schermi da testa per la realtà aumentata non siano una nuova idea, il progetto ha scatenato una morbosa attenzione da parte dei media. Non solo perchè è firmato Google, ma anche a causa delle previsioni di vendita adombrate da alcune società di ricerca. Alcune si limitano a predire 5-8 milioni di Glass nel 2016, altre invece, tra cui l’autorevole ABI Research, ipotizzano la stratosferica vendita di 485 milioni di pezzi, da oggi al 2018, appartenenti all’intera famiglia dei dispositivi indossabili (quindi anche smartwatches, cuffie e cuffiette, bracciali per sportivi, etc…). E Google Glass punta a diventare il Re dei dispositivi indossabili.
Il prodotto aveva affrontato i primi test nell’aprile 2012. Immediatamente Sergey Brin, l’altro padre fondatore di Google, l’aveva indossato in pubblico, alla Foundation Fighting Blindness di San Francisco. Da quel momento i media di tutto il mondo hanno cominciato a “tracciare” gli sviluppi e gli abilissimi promoter di Google, come sempre, hanno orchestrato il coro degli informatori, trasformando le aspettative, il consenso e i dubbi sulla sperimentazione nella più grande campagna pubblicitaria gratuita mai realizzata. Nel maggio 2012 è stato mostrato il primo video di prova girato con i Google Glass. Poi si è prestato a fare da testimonial il vicegovernatore della California, Gavin Newsom. A giugno 2012 paracadutisti e appassionati di mountain bike, in diretta streaming, hanno confermato le grandi capacità di ripresa video . Un anno dopo il vero colpaccio mediatico: il 21 giugno 2013, il medico spagnolo Pedro Guillen, primario della Clínica Cemtro di Madrid , è diventato il primo chirurgo della storia che ha ripreso e trasmesso un intervento nel corso del quale indossava i Google Glass . Grazie a Droiders società spagnola , titolare dei diritti del sistema in Spagna , un impianto di condrociti nel ginocchio di un paziente di 49 anni , è stato visto in streaming in tutto il mondo su Internet, permettendo a un altro medico, il dottor Homero Rivas (Facoltà di Medicina dell’Università di Stanford, California) di partecipare da posizione remota all’operazione. L’esperimento è stato ripetuto il 17 settembre 2013 e stavolta è stato seguito in 250 ospedali del mondo. A quel punto Google Glass era comunque sdoganato se non altro per usi scientifici e professionali.
Unitamente alla campagna mediatica è scattata su grande scala la sperimentazione : a giugno 2013
utenti potenziali del Regno Unito sono stati sollecitati ad usare il prodotto e hanno rilasciato commenti sul suo utilizzo.
In USA qualche mese prima era stato varato il Programma Glass Explorer dedicato agli sviluppatori di applications e ai consumatori finali. I candidati dovevano inviare un messaggio – di 50 parole o meno su Google+ o Twitter con l’hashtag ” # ifihadglass” – ed erano selezionati durante incontri a New York , San Francisco o Los Angeles dove ottenevano, per la modica somma di 1500 dollari, la versione Explorer dei Google Glass . Ovviamente c’è stato un effetto valanga. Una grandinata di richieste, poi abilmente selezionate. Qualcuno però, dopo essere entrato in possesso dell’oggetto, ha provato a metterlo all’asta su E-Bay raggiungendo offerte che hanno superato i 15.000 dollari.
In occasione delle prime consegne agli sperimentatori si cominciò a capirne di più : l’ Explorer Edition riceve i dati tramite Wi-Fi oppure via Bluetooth. Il 16 aprile 2013, Google annunciava che la produzione delle “unità iniziali” per la sperimentazione era stata completata e rilasciava anche una pagina web di configurazione per i Glass . Dopo una serie di test sulla qualità audio video e sul controllo dei volumi, in agosto, sono state selezionate 10.000 persone per testare la prima versione del dispositivo.
Nel frattempo erano scesi in campo alcuni competitors dalle sigle altisonanti : parliamo di Microsoft, che ha chiamato a raccolta un bel numero di partners asiatici e di Samsung che propone di integrare il suo già esistente smartwatch con un proprio Glass. Tra i concorrenti c’è da rilevare anche la presenza di un progetto italiano, denominato Glass Up, che sembra non sia per niente male.
Per batterli, già nella fase gestatoria, Google ha puntato allora sulle Applicazioni, ovviamente recuperando e inserendo nel dispositivo le proprie applicazioni già esistenti (Google Ora , Google Maps , Google+, Gmail, etc…) ma soprattutto sollecitando i suoi sviluppatori-sperimentatori a darsi da fare e a spronare la fantasia. Il motto ormai è “l’intelligenza collettiva al nostro servizio”
Grazie ad un sapiente dosaggio di informazioni riservate al parco sperimentatori, molti sviluppatori hanno realizzato dunque applicazioni per Glass. In dettaglio: per gestione notizie, riconoscimento facciale, manipolazione di foto e condivisione con i social network, ma anche giochi, ricette di cucina , etc… Già il 16 maggio 2013, Google ha annunciato il rilascio di sette nuove applicazioni, tra cui: gestione appunti (Evernote) , notizie di moda di Elle e “lanci” della CNN . In seguito ha annunciato in agosto un lettore video integrato con controlli di riproduzione, la possibilità di inviare un aggiornamento di percorso e quella di salvare le note di Evernote. Diversi altri miglioramenti includono controlli di volume e un migliore riconoscimento vocale.
Il riconoscimento vocale è un punto cruciale. Come accennato infatti Glass è attivato anche a voce .
All’inizio i portatori possono semplicemente inclinare la testa a 30° verso l’alto o toccare l’asta di sostegno che funziona come un touchpad o dire “OK, Glass “. Una volta in funzione i portatori possono impartire comandi. Ad esempio : “Scatta una foto ” , “Registra un video “, ” Dimmi in quale anno è morto Napoleone” , “Dammi indicazioni per andare al Colosseo”, “Comprami un biglietto per un concerto” , ” Invia un messaggio a Dora” o altro. I risultati compaiono sul minischermo e le risposte vocali si ottengono attraverso un transduttore posto accanto all’orecchio, con un volume però che deve risultare impercettibile alle altre persone nei pressi. Su quest’ultimo aspetto sono sorte controversie, tant’è che si parla oggi di un auricolare mono.
Nel novembre 2012, Glass è stato definito dalla rivista Time “una delle migliori invenzioni dell’anno” ma a quel punto sono anche emersi i problemi.
Le facoltà e la funzionalità di Glass unitamente all’aspetto discreto e minimalista hanno convinto gli esperti a definirlo “un dispositivo che minaccia sia la privacy che la segretezza” . Preoccupazioni sono state sollevate da varie fonti circa l’intrusione e l’etica. “Utilizzare il dispositivo in pubblico e filmare persone senza il loro permesso? Non si può!”
Di fatto chi indossa tali occhiali può essere in grado di identificare gli estranei in pubblico utilizzando il riconoscimento facciale o surrettiziamente registrare e trasmettere immagini e conversazioni private .
Altre preoccupazioni sono state sollevate sulla legalità di Glass in Russia , Ucraina e altri paesi
dell’ex Impero Sovietico. Problemi di privacy e sicurezza sono stati sollevati da una Commissione del Governo USA anche nel caso in cui il dispositivo (come se fosse un’arma potenziale) venisse rubato o perso. Per affrontare queste emergenze Google ha risposto che sta lavorando a un sistema di blocco da remoto che utilizza l’interfaccia web.
Molto determinati appaiono i Casinò : “qui da noi – dicono a Las Vegas a ad Atlatic City – i Glass non entreranno mai “. Anche molti bar e ristoranti si associano al divieto. Il Ministero dei Trasporti inglese e quello del West Virginia in Usa hanno già chiarito che: “chi indossa i Glass durante la guida commette un reato penale”
Nel corso della sperimentazione si è creato inoltre uno strano “garbuglio”. Il Programma Explorer afferma, a proposito dei Termini d’Uso, che: ” non si può rivendere, prestare, trasferire o dare il vostro dispositivo ad altre persone. Se lo fate senza l’autorizzazione, Google si riserva il diritto di disattivare il dispositivo e nessuno sarà rimborsato”. Considerando che chi ha in mano i Glass li ha anche pagati 1500 dollari, la rivista Wired Usa ha commentato questa politica scrivendo : “Benvenuti nel nuovo mondo, quello in cui le aziende vogliono mantenere il controllo dei loro prodotti , anche dopo che i consumatori li acquistano.”
Allo stato attuale quindi non sembra che i Google Glass ( e gli altri simili dispositivi indossabili) avranno vita facile . Lo scontro con le Autorità dei diversi Governi è lo scoglio maggiore da aggirare. Sarà anche perchè molti Governi hanno scoperto che Google non paga le tasse sui territori da dove trae i suoi profitti ?