INTERNET GOVERNANCE IN ITALIA

COME FINANZIARE E PROMUOVERE LE ATTIVITA' DEL COMITATO MULTISTAKEHOLDER

Stamattina si è tenuto il primo incontro del Costituendo Comitato presso la sede AGID di Roma .
Tra i presenti e collegati da postazione remota : molti rappresentanti di importanti Istituzioni e associazioni tra cui: MISE ; ICANN; EBU; CNR; ISOC ; ADICONSUM; SIAE più diversi docenti universitari
I temi affrontati dai presenti sono stati ovviamente molti .Si attende un report.
Tra questi temi si sono affrontati un paio di aspetti cruciali particolarmente cari a me e alla WAC :
– il futuro Finanziamento dell’attività del Comitato affinchè la Società Civile, ovvero lo stakeholder numericamente più rilevante in assoluto, assuma consapevolezza del proprio ruolo e possa serenamente partecipare e agire insieme agli altri partners.
– la promozione attraverso l’uso dei social network e dei mezzi di comunicazione di massa del concetto di multistakeholder e in dettaglio del ruolo della Società Civile . 

FINANZIAMENTO
Ovviamente ci si augura che si possa disporre di denaro pubblico viste le missioni che si vogliono affrontare .
Ma il concetto stesso di Multistakeholder non può e non deve escludere che una parte di risorse giunga dallo stakeholder più attivo in internet : cioè dalle Concessionarie di Pubblicità ( d’ora in avanti i Pubblicitari) che gestiscono spazi promozionali per conto delle Aziende nelle schermate web dedicate a Ricerche – Social network – e-Commerce, etc… .
Quando si adombra tale ipotesi si teme immediataente che il bipolo indipendenza / controllo da parte dei finanziatori si sbilanci a favore di questi ultimi.

Questa lecita preoccupazione potrebbe però tendere a zero nel caso in cui :
per Legge o per accordi tra gli stakeholders, una percentuale assolutamente minima della raccolta pubblicitaria nel web (identificata con il profitto lordo), pari ipoteticamente al 5 x 1.000 annuo, venga destinata, al finanziamento delle attività del Comitato 

Secondo Prima Comunicazione nel web, i settori “ricerche – social- e-Commerce” hanno raccolto in Italia, nel periodo gennaio-ottobre 2017 la somma di €. 355.172.000 e – decisamente in controtendenza rispetto agli altri media che hanno subito flessioni drammatiche – la somma nel 2018 nello stesso periodo gennaio – ottobre, ha raggiunto €. 370.360.000 ovvero + 4.3%. 

Non possiamo che “congratularci” di questo successo con gli attori che operano in questo settore : e in particolare con alcuni Giganti : (indicativamente) Google – Youtube (oggi Alphabet) ; Facebook – Messenger, Amazon.
Però !
Queste Giant Companies vivono in grandissima parte grazie :
– ai Contenuti Generati dagli Utenti
– alla propensione al consumo degli Utenti
– (in sostanza) alla Domanda, sia reale che (molto) indotta, di Beni e Servizi che viene sollecitata dalla Pubblicità inserita nei Contenuti Generati dagli Utenti 

Ma chi sono gli Utenti ? Certamente elettori e tax payers e quindi la relazione con questi importanti categorie sociali spetta ai Governi . Ma gli Utenti sono anche, e in primis, cittadini-consumatori .
Cioè al dunque le Giants Companies vivono e traggono profitti ingenti da categorie sociali esattamente sovrapponibii alla categoria Società Civile . Quella stessa Società Civile che oggi fornisce loro Big Data preziosissimi che generano a loro volta altri profitti ( e non solo). 

Ecco quindi che il cerchio si chiude .
Un equilibrato, onesto, efficace sistema multistakeholders per giungere ad un dialogo sereno e costruttivo, deve armonizzare tra le sue diverse componenti i ruoli storico-sociali- economici .
I Governi facciano i Governi, le Accademie facciano le Accademie, i Pubblicitari ( e le Aziende da loro promosse in rete) facciano i profitti … ma chi trae profitto e Dati dalla Società Civile dovrebbe essere nell’immediato futuro maggiormente responsabilizzato circa la sua crescita giustappunto “civile”
.
In estrema sintesi : se le Aziende vogliono – e non possono fare altro – dialogare al tavolo della Governance di Internet con dei soggetti aventi dignità che non siano – come invece rischiano di apparire – solo in posizione di fornitori di contenuti e sudditi commerciali … allora i loro Agenti Pubblicitari dovrebbero stornare il 5 x 1.000 dei loro proventi lordi per sostenere quelle missioni che hanno quale obiettivo la crescita consapevole e sostenibile della Società Civile, unitamente e in ossequio al riconoscimento di una partnership di fatto molto efficace che li vede seduti insieme per la formulazione di norme equilibrate utili alla collettività tutta . 

Si tratterebbe in definitiva di un contributo all’evoluzione della specie pari a €. 1,5 milioni all’anno.
La stessa cifra che alcune Aziende spendono per la realizzazione di uno spot pubblicitario di qualità . 

PROMOZIONE 

Sempre muovendo dalle stesse premesse e a proposito di spot …
Il Comitato dovrebbe richiedere ufficialmente, nella tradizione consolidata della “Pubblicità Progresso”, che i Gigati citati ( e tutti gli altri Soggetti che fanno Pubblicità in Rete) mettano a disposizione del Comitato un numero di spazi promozionali nelle schermate in italiano “ricerche – social network – e-Commerce”, affinchè gli Utenti – Società Civile possano essere ggiornati sullo stato di avanzaento delle missioni del Comitato stesso e possano partecipare all’immenso lavoro collettivo della costruzione consapevole di un’area così strategicamente rilevante .
Faccio presente che “il costo” di questa operazione per i Pubblicitari ( per esempi quelli che agiscono in Youtube) sarebbe particolarmente irrilevante visto anche che il cost-per-thousand è a livelli di mercato minimi . 

Un discorso diverso va fatto nei confronti della RAI e delle sue reti sia per quanto riguarda l’inserimento di spot gratuiti promozionali che per l’eventuale realizzazione di veri e propri programmi tv e radio.