La Sovranità Digitale è un importate indicatore, concepito solo recentemente , della Sovranità di uno Stato Nazione. La sua misurazione però è molto complessa.
Pertato prima di affrontare il tema ” a che punto è la Sovranità digitale a Cuba”, sono indispensabili alcune premesse di natura politica e socio-tecnologica .
Innanzitutto Cuba sta vivendo un cambiamento epocale e i cubani hanno idee molto diverse dalle nostre rispetto alla Sovranità e allo Stato . Il dibattito sulle libertà politiche e sui diritti non ha mai avuto molto spazio pubblico e quindi gli orientamenti sul futuro si incontrano e si scontrano ancora “in sordina” . E’ ovvio pertanto che lo tzunami della rivoluzione digitale , non ostante abbia già provocato effetti notevoli, è tuttora arginato dalle Istituzioni politiche e culturali dell’era castrista.
Fino al 1997 i personal computer erano usati solo da poche centinaia di funzionari di Stato. Fino al 2013 ci si collegava alla rete solo dai grandi alberghi frequentati dai turisti abbienti. La prima email inviata da smartphone risale al 2015 . Secondo i dati degli osservatori internazionali : su una popolazione di 11,5 milioni di abitanti i connessi alla rete non arrivano al 40% di cui il 10% da case e uffici. Il gestore delle telecomunicazioni è la società di stato monopolista Etecsa. La penetrazione degli smart phone è la più bassa dell’America Latina .
A seguito di uno storico incontro tra il presidente USA Barack Obama e il segretario del Partito Comunista Cubano, Raul Castro (fratello di Fidel), avvenuto nel dicembre 2014, si verificò una prima sostanziale apertura al mercato digitale. In deroga alle sanzioni l’Avana firmò un accordo con Google Inc. per una connessione più rapida ai contenuti online forniti dal gigante americano. Ma l’accesso a internet in realtà non migliorò . In cambio – sottolineano i malpensanti – gli investitori stranieri nell’aprile 2015 ottennero incentivi fiscali quali : no tasse sul lavoro e sugli utili dei primi 8 anni e una flat tax al 15% per i successivi . Uno degli aspetti rilevanti è che Airb&b apparve prepotentemente nel mercato degli affitti per turisti. E questa presenza sta facendo la differenza nell’economia locale.
Già molto prima che succedesse a Raul Castro, il nuovo presidente Miguel Diaz-Canel difendeva la causa di Internet. “Dobbiamo essere in grado di mettere online il contenuto della rivoluzione – diceva a luglio 2017 nella veste di vicepresidente – Solo così possiamo contrastare la valanga di contenuti pseudo-culturali, banali e volgari”. E in effetti oggi lo storico giornale Granma , organo del Partito Comunista Cubano sin dal 1965, è visionabile in più lingue su Facebook, Twitter e Google+. Trabocca di ricostruzioni eroiche, parate militari e convegni sulla nuova Costituzione recentemente approvata, ma non supera in spagnolo i 220.000 follower. Ovviamente è molto aumentata anche l’offerta di e-books di Stato ma anche in questo caso le vendite non sono alte.
Non ostante per anni la rete sia stata considerata ufficialmente “uno strumento della guerra cibernetica del Pentagono”, alla fine del 2018 il Presidente Canel affermava . “A partire dal 6 dicembre, cominceremo a fornire il servizio internet sui telefoni cellulari”. Pertato Etecsa ancora nei primi mesi del 2019 ha continuato a testare a più riprese la tecnologia 3G, dopo aver offerto accesso gratuito per 72 ore a un milione e mezzo di utenti. Il risultato e’ stato – secondo la stessa Etecsa – un insieme di “difficoltà di connessione e congestione importante dei servizi vocali e di dati, a causa dell’instabilità di una parte della rete”. Oggi l’accesso non è più gratuito ma le difficoltà persistono. Il collegamento dalle case e dagli uffici è migliorato ma resta molto limitato, lento e costoso. La maggior parte degli abitanti non ha altra scelta che connettersi utilizzando i punti wifi pubblici, pagando un costo orario pari a 1 CUC , cioè l’equivalente di un Dollaro USA. Se si considera che lo stipendio medio di un lavoratore cubano è circa 30-40 dollarial mese, si capisce che siamo molto lontani da un accesso continuo e di massa .
La popolazione cubana dunque , di fronte al Cavallo di Troia Internet , non ha ancora capito bene come comportarsi . E’ affascinata dalle sue potenzialità, adora le videochiamate e cerca disperatamente intrattenimento internazionale e film, ma contrariamente a quanto si potrebbe pensare non considera ancora la rete uno strumento per estendere conoscenze politiche strategiche, anche perchè la conoscenza delle lingue straniere non è così diffusa. Grazie allo spagnolo, in questa stagione segue molto le vicende dell’area latina e in dettaglio le sorti del Governo venezuelano.
La classifica dei “30 best Cuba bloggers” è stilata da occulte mani internazionali che privilegiano la miglior considerazione delle fonti americane ( Google su tutte) e la popolarità di Facebook e Twitter tra i giovani . La star dei blogger Yoani Sanchez che con la sua Generazione Y è diventata famosa anche in Italia, a Cuba non è una star .
Conclusioni : a causa di Internet la Sovranità digitale sicuramente assumerà una forma ma, non ostante un ristretto dibattito tra intellettuali ( quasi tutti dissidenti), nessuno al momento può individuare una tendenza degna di essere menzionata .
Pesa anche la politica tariffaria adottata all’Avana: il costo per l’accesso alla rete dati mobile 3G sarà di 10 centesimi di dollaro per megabyte, ridotti a 2 centesimi in caso di navigazione su siti internet cubani, con forfait che vanno da 7 dollari per 600 megabyte a 20 dollari per quattro gigabyte, canone che per Cuba è un lusso, considerando che il salario medio degli impiegati pubblici, l’87% della popolazione occupata nell’isola, è di 30 dollari al mese.
Esattamente ieri, mercoledì 3 aprile, il Presidente Miguel Díaz-Canel ha segnalato che nel suo account della rete sociale Twitter, che «il popolo venezuelano difende degnamente la sovranità e la pace, di fronte al colpo di Stato Elettrico in sviluppo».